L'innamoramento non ha bisogno della virtualità per manifestarsi all'interno di una relazione ed è un fenomeno che può svilupparsi indipendentemente dal tempo, dal luogo e dalle circostanze nelle quali si produce.
Gli scritti sull'innamoramento, come fenomeno psicologico, sono numerosi. Se si estende la ricerca sull'argomento dell'amore e dell'innamoramento alla letteratura, il numero di riferimenti cresce in modo stratosferico, essendo questo uno dei più grandi temi sui quali l'uomo ha sentito il bisogno di “esprimere” se stesso.
Qui tratteremo soltanto di una particolare dimensione di questo vasto mondo. Valuteremo la peculiarità dell'innamoramento vissuto attraverso uno dei mezzi più innovativi che l'uomo abbia mai inventato: il computer e più precisamente gli strumenti per la comunicazione a distanza. Va subito sgombrato il campo da incomprensioni ed equivoci: parleremo dell'innamoramento a distanza, meglio ancora di alcune delle caratteristiche percepibili nella situazione in cui si sperimentano sentimenti di amore e passione attraverso l'uso quotidiano degli strumenti di comunicazione a distanza (email, chat, messenger).
Questa precisazione elimina, considerandolo un falso problema, la comparazione tra un innamoramento, diciamo, tradizionale, e uno virtuale. Non si è qui alla ricerca di un “meglio questo o quello”. Volgiamo piuttosto l'attenzione alle caratteristiche, al peso specifico, ai risvolti particolari che questo fenomeno assume quando è sperimentato attraverso il filtro dello schermo.
Che la possibilità di innamorarsi esista e possa esistere in un ambiente così, per certi versi, poco rispettoso delle sfumature emozionali dell'animo umano, è una verità incontrovertibile proveniente da ormai numerosissime testimonianze e prove indiscutibili. Non pochi sono i rapporti relazionali creatisi a seguito di un innamoramento virtuale, a testimonianza che “qualcosa” aveva già legato quelle due “anime” durante i “voli” virtuali; e un numero non meno elevato di coppie hanno dovuto fare i conti con l'insidiosa apparizione di questo fenomeno che, coinvolgendo uno dei partner, ha finito in molte occasioni per generare cambiamenti anche sostanziali nella vita di numerose famiglie.
Prima di procedere verso l'approfondimento del fenomeno psicologico è bene sottolineare che in questa sede utilizzeremo un linguaggio il più vicino possibile a quello del senso comune, quindi assolutamente a livello divulgativo, e che l'interesse primario sarà quello di descrivere la peculiare caratteristica dell'innamoramento virtuale, rinunciando, ove mai fosse pienamente possibile, ad una definizione o spiegazione dell'amore e dell'innamoramento come fenomeni psicologici in quanto tali. Questo significa che la trattazione non può e non vuole essere esaustiva circa il complesso tema dei sentimenti amorosi, per il quale si rimanda all'abbondante letteratura in proposito.
Incontrarsi al buio
L'incontro virtuale è stato spesso paragonato ad un incontro al buio. Quando si è ad una certa distanza da una persona è molto importante poterla vedere. Dalle informazioni che provengono da una prima visione d'insieme di una persona si traggono immediate valutazioni e si creano quelle “magiche” reazioni che corrispondono alle note “antipatia a pelle” o “simpatia a pelle”. Modi per rappresentare l'impulso all'avvicinamento, al contatto più intimo, oppure all'allontanamento immediato, fidandosi della percezione di scarsa compatibilità. Si tratta di un primo filtro, una generica (ma spesso affidabile) serie di valutazioni in grado di guidare la persona, tramite le scelte mirate, al contatto con persone le più compatibili possibile al proprio modo di essere e di comunicare.
Questa scelta immediata e a distanza limita notevolmente le potenzialità di uno sviluppo sentimentale. L'antipatia o la semplice constatazione di una abissale differenza, producono in genere una immediata chiusura e un ovvio rifiuto rispetto a tutte le richieste di approfondimento della relazione. La luce, dunque, e la valutazione di un numero elevato di segnali (abbigliamento, odori, segni indiretti come lo stile del linguaggio, il carattere, l'educazione) possono permettere una scelta immediata (o quasi), con il risultato che può accadere che una persona scopra di essere “sola” anche in un ambiente frequentato da un numero elevato di persone. In questi casi si dice che la persona “non lega” con nessuno dei presenti.
Possiamo dire che la tendenza ad utilizzare questo meccanismo della lettura immediata della compatibilità si mantiene anche nei contatti virtuali. Ciò che cambia è, naturalmente, il numero di informazioni che si possono immediatamente trarre da un contatto di tipo virtuale, ad esempio in un ambiente di chat. In secondo luogo in chat è molto più probabile crearsi un'immagine dell'interlocutore che non corrisponde che minimamente alla realtà della persona fisica che digita dietro la propria veste virtuale. Come vedremo questo rischio di essere “ingannati” può corrispondere ad un vantaggio nei cosiddetti “amori puramente virtuali”.
Nella maggior parte delle chat il primo contatto avviene attraverso uno scambio testuale e gli interlocutori hanno pochi altri stimoli, a parte il contenuto del testo digitato, per poter “reagire” positivamente o negativamente. La prima “fisicità” che appare all'occhio è sicuramente data dal nickname. Il nomignolo può veicolare già un'informazione sul proprietario oppure può, da solo, evocare nell'interlocutore una reazione sgradevole o favorevole. Per un semplice esempio si pensi a questi due nickname (ogni riferimento ad utenti che in qualche chat utilizzino questi nomi è puramente casuale): “toccami_la_bava” e “volodipensieri”. Naturalmente l'abito (leggi il nickname) non fa il monaco, eppure entrare in chat con uno o l'altro di questi due nickname produce, prima ancora di scrivere una sola riga di testo, reazioni positive o negative, rivelando che qualcuno ha già “deciso” l'avvicinamento o l'allontanamento, l'apertura magari per curiosità, o la chiusura per disgusto.
Altre informazioni possono provenire dal cosiddetto profilo virtuale. La diffusione delle comunità on line e dei messenger ha favorito la creazione di profili stabili degli utenti, con descrizione di alcune abitudini, preferenze e caratteristiche, foto, messaggi audio e un certo numero di informazioni accessorie. Questa “fisicità” contribuisce alla creazione dell'immagine dell'interlocutore, ma per chi frequenta assiduamente le chat, è noto che l'impatto di questi dati, statici e notoriamente “al di sopra” della realtà (ossia indicanti qualità che in realtà non si possiedono), non vengono utilizzate più di tanto per la valutazione della compatibilità “del momento”, durante un primo contatto virtuale. Del resto il profilo potrebbe essere stato compilato, ad esempio, due anni prima e quel “sono una persona simpatica” e quel “amo viaggiare”, scritto nel profilo dell'interlocutore, potrebbe essere un pio desiderio del momento.
Dunque, a parte il nickname che inevitabilmente “comunica” un certo significato, qualora lo possieda, il primo vero contatto si ha attraverso il dialogo, le prime frasi, quel processo di conoscenza e condivisione che richiama quasi istantaneamente la “magia” della chat. La maggior parte degli incontri virtuali, occasionali o ripetuti, produrrà un rifiuto oppure una conoscenza che potrà sfociare in una amicizia virtuale. Le frequentazioni virtuali dove si sviluppa un sano senso di amicizia sono numerosissime e la gran parte dei ritrovi in chat presenta gruppi più o meno allargati di amici che si incontrano, discutono, condividono i propri interessi. In alcuni casi, e noi ci interesseremo esclusivamente di questi, l'incontro produrrà sin dal primo momento, o assai presto, quel fenomeno particolare chiamato innamoramento on line. Qualcuno lo cerca spasmodicamente illudendosi di averlo trovato ad ogni nuovo contatto virtuale che risulti compatibile, qualcun altro lo trova malgrado lui, rimanendo sconcertato dal groviglio di emozioni suscitate, mentre ad altri accade di ritrovarsi a desiderare proprio ciò che la realtà virtuale sta loro offrendo in quel preciso momento: lo sviluppo di un amore virtuale.
Innamorarsi al buio
Oggi lo sviluppo tecnologico e le connessioni veloci ad Internet permettono la trasmissione di una maggiore quantità di informazioni e favoriscono l'uso immediato della webcam, lo scambio di messaggi vocali e di immagini in contemporanea (audio-video), con il risultato che accanto al dialogo scritto possono transitare numerose informazioni visive e uditive, tali da arricchire l'immagine virtuale dell'interlocutore e portarla alla ormai prossima dimensione reale.
Le coppie (di amici e di innamorati virtuali) che finiscono per incontrarsi off line sono sempre più numerose, tuttavia direi che l'innamoramento virtuale più frequente (e senz'altro quello che si contraddistingue dal più tradizionale tipo di relazione amorosa) è quello che si sviluppa partendo dalla ripetuta frequentazione “al buio”, cioè nelle dimensioni virtuali sorrette dalla sola chat scritta. Le fasi della conoscenza visiva, della condivisione anche intima attraverso la webcam o lo scambio di messaggi vocali, viene quasi sempre in un momento successivo, dopo il periodo della “cotta”, avvenuto in comunissimi ambienti di chat scritte, cioè al buio.
Innamoramento virtuale
Esistono peculiarità dell'innamoramento virtuale, caratteristiche che lo contraddistinguono da quello che si sviluppa nella cosiddetta realtà? Consapevoli che si tratta di sfumature, proviamo a stilare un breve elenco di alcuni dei possibili punti.
Daremo per scontato, quindi, tutto ciò che è comune alle due dimensioni e che appartiene semplicemente al magico mondo del sentimento amoroso.
1) L'innamoramento virtuale, per la mancanza iniziale dell'immagine corporea dell'interlocutore, si sviluppa in modo lineare, senza incontrare ostacoli dovuti all'accettazione di una qualsiasi caratteristica fisica che si offre alla percezione immediata.
Le auto-descrizioni che si celebrano nei primi contatti in chat spesso sono veritiere ma generiche, contribuendo così ad offrire una varietà di possibili immagini all'interlocutore. Ad esempio è facile sentirsi dire “sono alto 1,80, moro, occhi scuri, capelli corti e castano scuro”. Praticamente nessuno aggiungerebbe “...e ho un grosso neo allo zigomo sinistro, due rughe profonde sulla fronte e una leggera asimmetria del volto”. Eppure queste ultime informazioni sarebbero subito note in un contatto off line, qualora l'individuo le possedesse.
Riassumendo, quindi, nell'intrecciarsi di una conoscenza che si sta sviluppando in un sentimento amoroso, l'indeterminazione iniziale dell'immagine dell'interlocutore (o amante) favorisce lo sviluppo lineare del sentimento, permettendo di utilizzare le immagini interiori che sviluppa chi prova il sentimento, compatibili con le informazioni conosciute, ma ovviamente tutte costruite su immagini ideali, a volte su specifici ricordi personali, e tali da rendere più veemente il desiderio di conoscenza e l'approfondimento della relazione.
2) L'innamoramento virtuale annulla d'un colpo la distanza fisica che separa i due partner. Benché sia una caratteristica generica della comunicazione virtuale, questo effetto di vicinanza prossima che pone a distanza di monitor le parole, i gesti, le immagini, del proprio innamorato, si esalta quando l'amore e il trasporto rendono particolarmente reattivo l'animo di una persona. Così, il momento in cui appare in chat l'amata, con un banalissimo segnale acustico o per il semplice apparire del nickname, accende di gioia il cuore dell'innamorato, che reagisce ad un evento virtuale generato da una persona che fisicamente potrebbe essere posta all'altro capo del mondo.
Il senso di unione, di complicità, di sintonia, che si può sviluppare in alcune chat private con il proprio amante rendono conto perfettamente di quanta capacità abbia il mezzo informatico per favorire l'annullamento della percezione della distanza fisica. Se già il telefono aiuta moltissimo nella possibilità di comunicare parole e toni emotivi (con la voce), con la chat (indipendentemente dall'uso di webcam o di microfoni) la possibilità di comunicare e percepire l'altro con sé pur senza essere fisicamente vicini favorisce i momenti di trasporto sentimentale, permettendo ai partner di sentirsi uniti, praticamente prossimi, sperimentando le stesse sensazioni profonde e coinvolgenti dell'amore tradizionalmente conosciuto.
Va da sé che il contatto fisico vero e proprio, ovviamente negato a meno che di un incontro off line, costituisce il limite di questo vissuto di vicinanza.
3) L'innamoramento virtuale permette tutta una serie di “aggiustamenti” della verità che possono, in un certo qual modo, mantenere densa di buoni sentimenti l'atmosfera tra due amanti.
In chat è possibile affermare, digitando, l'esistenza di un proprio stato d'animo, senza che la comunicazione non verbale arrivi a tradire la verità, mostrando per esempio la falsità dell'affermazione. Dunque la frase “non vedevo l'ora che tu arrivassi” passa all'interlocutore in modo diretto, senza portarsi con sé lo sguardo e l'espressione del volto di chi invia quel messaggio. Se non ci sono ragioni per dubitare della verità dell'affermazione, l'interlocutore finisce per apprezzare quanto letto e considerarlo dunque una conferma della buona predisposizione e dell'affetto dell'altro.
Risulta evidente che, con moderazione, questa possibilità di filtrare gli stati d'animo di noia, quelli sgradevoli derivanti magari dal lavoro o da altre situazioni, o la semplice stanchezza fisica, non possono che aiutare lo scambio d'amore, eliminando tutta quella serie di indizi che l'interlocutore utilizzerebbe per mettere in discussione la veridicità dell'affermazione, con le immaginabili conseguenze di lamentele e litigi.
Naturalmente allo stesso tempo questa possibilità è anche una delle più insidiose trappole che si presentano alla mente degli amanti, perché spesso si creano situazioni virtuali in cui tutto è splendido, tutto scorre senza delusioni, intoppi, carenze, e incoerenze, proprio perché viene fatto un abuso di questo meccanismo di aggiustamento della realtà e di illusoria ripetizione di un atteggiamento di “massima attenzione” e “massima disponibilità”. Salvo poi, al primo o secondo incontro off line, scoprire che dell'uomo gentile, premuroso e simpatico di cui ci si è innamorati in chat non vi è neanche l'ombra.
4) L'assenza fisica dell'amante, durante l'innamoramento, intensifica lo sforzo dell'immaginazione che viene usata per ricreare l'atmosfera dei felici momenti passati in compagnia. Nei rapporti reali questo sforzo mentale corrisponde spesso ai “sogni ad occhi aperti” in cui si fantasticano le parole scambiate in un incontro appena concluso, oppure, per esempio, all'ascolto continuo di una canzone condivisa durante il rapporto, o alla continua rilettura di un messaggio (che sia di carta o un più moderno sms). Queste medesime esigenze, immutabili manifestazioni del bisogno di continua fusione della fase di innamoramento, possono essere affrontate in modo relativamente nuovo, quando il rapporto è nato e sviluppato “a distanza”.
Il dialogo è già, per così dire, costruito su una certa forma di “assenza” e quando termina la comunicazione sincrona (uno scambio in chat, ad esempio), ecco che la stessa tecnologia aiuta notevolmente l'amante alla ricerca di un contatto con i ricordi delle emozioni provate. Rileggere il testo di una chat, riascoltare messaggi vocali, o guardare brevi animazioni video, permette all'utente di riassaporare l'atmosfera e di percepire ancora, vicino a sé, la presenza dell'amante.
La dimensione attraverso cui “riassapora” queste informazioni è straordinariamente simile alla dimensione che percepisce quando ha effettivamente dinanzi a sé (in senso virtuale) il partner. Quindi le sensazioni possono essere più intense. La differenza tra un contatto fisico reale e la lettura di una missiva scritta dall'innamorato non più presente è più grande della distanza tra un contatto sincrono virtuale (un momento di condivisione in chat) e la lettura di una email o del testo della chat appena conclusa. Il risultato è che l'innamorato virtuale può - essendone capace - rivivere più intensamente il contatto immaginifico con l'amante, perché è più similare la forma con cui ha vissuto il “contatto” con il partner rispetto al mezzo con cui poi ne “immagina” di nuovo la presenza. Come dire, il partner virtuale “c'è anche quando non c'è...”.
Va certamente in ogni caso ribadito che, negli amori off line, il contatto fisico rende più completo e realizzato il rapporto d'amore e, forse anche per questo, l'assenza fisica del partner viene vissuta con una maggiore “sofferenza” e i surrogati risultano meno efficaci di quanto siano i mezzi offerti in un amore virtuale.
5) L'amore idealizzato esiste, ma l'innamoramento è più universalmente vissuto come una fortissima spinta verso il contatto fisico e la compenetrazione. Il rapporto sessuale è il più naturale degli atti che si presentino come tendenza durante un “incontro amoroso”, come estensione del proprio sé nell'altro e realizzazione di una completa “fusione”.
Le fasi di conoscenza, sviluppo di una relazione, slancio della passione e il completamento di un rapporto sessuale non hanno oggi necessariamente un ordine predeterminato, tuttavia è molto frequente trovare questi elementi nella sequenza con cui li abbiamo scritti. Il rapporto sessuale completo, in questi casi, è solo l'ultimo atto. Ma non arriva all'improvviso. Sin dall'inizio c'è un “amore” fatto con gli occhi, poi con le labbra, nei baci, con le carezze, ecc. Questa progressione può avvenire in successivi incontri, e la passione, il desiderio di andare oltre e di realizzare pienamente un rapporto intimo, sono spinte potenti che spesso fanno provare sensazioni notevoli e indimenticabili. Non è un caso che gli amanti più raffinati siano coloro che sanno disvelarsi e concedersi con abilità e rispettando i tempi.
Se partiamo dalla dimensione “al buio” della virtualità, un rapporto che si sviluppi verso il pieno sentimento amoroso implica, allo stesso modo, un desiderio di intimità sempre più pressante, come è naturale che sia. Anche a livello virtuale gli amanti più scaltri e abili sanno come concedersi e negarsi, svelando di sé quel tanto che basta a intensificare il desiderio e valorizzare la conquista. In questo contesto la virtualità offre un discreto vantaggio: con le parole si possono creare scenari sempre diversi, immagini dove i protagonisti possono dimostrare, digitando, il proprio modo di fare e considerare l'amore. Possono inoltre, con le fotografie “scelte con cura” prima di inviarle, mostrare parti di sé, espressioni e atteggiamenti mantenendo un controllo che nella realtà è spesso proibitivo.
Con le immagini video la cui regia è nelle mani del protagonista, e con una buona dose di fantasia, è possibile parcellizzare in modi creativamente impensabili la quota di “parti di sé” che si concedono al partner. Non si deve dimenticare che si parte dal buio e che non si ha la visione “d'insieme”, quale invece viene subito mostrata nei contatti reali. Questo può intensificare la curiosità, l'interesse, la passione e il gusto nel sottile gioco della seduzione e della progressiva conoscenza intima. Una intimità spesso basata sulla visione e sulla condivisione della auto-stimolazione sessuale, ma non per questo meno ricca di sfumature e di intensità, prestando ascolto ai numerosi racconti degli utenti che si innamorano in chat e che condividono momenti di cybersex.
Concludendo
Parlare dell'innamoramento (on line o off line) significa essere consapevoli che si affronta un tema che non si può “concludere”. L'innamoramento è uno stato del tutto fuori baricentro, è uno stare in volo dopo aver spiccato il salto e qualsiasi discorso volto a “spiegare” e “descrivere” riesce inevitabilmente a far spegnere proprio quel senso profondo con il quale percepiamo di essere innamorati o riconosciamo chi è innamorato: l'emozione profonda.
A maggior ragione questa limitazione appare qui, dove abbiamo voluto addirittura eludere qualsiasi considerazione sull'innamoramento in sé, cercando di cogliere invece qualche delicata sfumatura che si manifesta a livello virtuale.
Certamente abbiamo solo tracciato qualche linea, accennato ai colori e socchiusa la porta di un mondo che permette, a milioni di persone, di sperimentare con la voce della mente e il ticchettio delle dita sulla tastiera una delle più belle condizioni che l'uomo abbia mai avuto modo di esperire: l'innamoramento.
© Dr. Giuseppe Vadalà - 2005 - Il testo non può essere riprodotto né in parte né totalmente senza il consenso dell'autore